Mike Trimby sarà una leggenda del MotoGP

Per la prima volta, un individuo che non è un pilota diventerà una leggenda della MotoGP. Questo onore va a Mike Trimby, che si è dedicato al campionato in vari ruoli e ha svolto un ruolo fondamentale nello plasmare la MotoGP in quella che è oggi.

Come fondatore e CEO di IRTA (International Road Racing Teams Association), Trimby ha avuto il suo maggior impatto. L’organizzazione è stata fondata nel 1986 sotto la sua guida dopo che i piloti gli chiesero di agire come loro rappresentante nel 1982.

Prima di ciò, Trimby – deceduto a settembre dello scorso anno – è stato pilota e meccanico, iniziando il suo percorso negli anni ’60. Insieme a sua moglie Irene, a IRTA, è stato determinante per il progresso in termini di sicurezza, nonché per la collaborazione tripartita con FIM e Dorna Sports – dando voce a team e piloti.

L’induzione di Trimby nella Hall of Fame della MotoGP, diventando ufficialmente una leggenda della MotoGP, avrà luogo il prossimo agosto durante il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone.

Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna Sports, ha dichiarato: “Il contributo di Mike alle corse del campionato mondiale di moto è veramente monumentale e siamo orgogliosi di nominarlo una leggenda della MotoGP. Sin dalla nascita del concetto di MotoGP Legends, si è sempre trattato di qualcosa più di numeri. Non ci sono criteri basati semplicemente sul numero di vittorie o campionati vinti, si tratta del contributo allo sport – che sia fuori pista, in pista o una combinazione delle due. Quindi è giusto che Mike diventi la prima figura onorata esclusivamente per il suo impatto fuori pista, poiché il suo lavoro in questo sport è stato veramente unico. Sarà un onore per noi, e per me, introdurre Mike nella Hall of Fame. Ci manca molto ed è in suo ricordo che continuiamo a gareggiare”.

La vedova di Mike Trimby, Irene, ha commentato: “Mike sarebbe stato molto onorato di ricevere questo prestigioso premio e chi lo conosceva sa che non se lo sarebbe mai aspettato. È meraviglioso che il suo lavoro e il suo lascito siano riconosciuti in questo modo, anche se sono sicura che potrebbe essere stato un po’ imbarazzante per lui vedere che facciamo una cerimonia in suo onore e gli diamo un trofeo! È qualcosa di molto speciale anche per me, per tutti coloro che hanno lavorato a stretto contatto con lui e per tutti coloro che continuano a sentirne molto la mancanza. Grazie mille”.